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Osservazioni, schizzi, resoconti, pensieri imperiodici dalla stagione del centro di promozione teatrale La Soffitta e non solo. Servizi, approfondimenti e recensioni a cura del laboratorio di critica teatrale "Lo sguardo che racconta" condotto da Massimo Marino presso la Laurea Specialistica in Discipline Teatrali dell’Università degli studi di Bologna.


Direttore: Massimo Marino

Caporedattore: Serena Terranova

Redattori: Beatrice Bellini, Lorenzo Donati, Alice Fumagalli, Francesca Giuliani, Maria Cristina Sarò

Web designer: Elisa Cuciniello

Segreteria organizzativa: Valeria Bernini, Tomas Kutinjac

Hanno scritto: Valentina Arena, Stefania Baldizzone, Valeria Bernini, Elena Bruni, Alessandra Consonni, Alessandra Coretti, Elisa Cuciniello, Irene Di Chiaro, Serena Facioni, Antonio Guerrera, Sami Karbik, Tomas Kutinjač, Roberta Larosa, Nicoletta Lupia, Valentina Miceli, Paola Stella Minni, Andrea Nao, Saula Nardinocchi, Vincenzo Picone, Giusy Ripoli, Maria Pina Sestili, Giulia Tonucci

ATTENZIONE

Questo blog è realizzato dal laboratorio in completa autonomia dal Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna.




mercoledì 27 febbraio 2008

Vent'anni de La Soffitta

Il “come eravamo” di un osservatorio critico

Nella ricorrenza del ventennale de La Soffitta i primi responsabili del centro, Cristina Valenti e Lamberto Trezzini, hanno ripercorso il cammino storico di questo centro culturale che oggi si afferma come uno dei più importanti di Bologna e provincia. Dopo un rodaggio iniziale La Soffitta approda finalmente a un periodo fiorente offendo un cartellone ricco di eventi e incontri.

Nella ricorrenza del ventennale de “La Soffitta” Lamberto Trezzini, primo responsabile scientifico del centro, ci racconta con nostalgia le origini di quest’avventura, iniziata nel maggio del 1988 in occasione delle celebrazioni legate al IX Centenario dell’Alma Mater. Il 18 ottobre dello stesso anno avveniva l’intesa tra l’amministrazione provinciale e l’Università di Bologna: l’obiettivo comune era dare spazio al nuovo sulle basi della tradizione storica, incrementando la ricerca culturale e scientifica. Negli anni La Soffitta è cosi divenuta una struttura rilevante e riconosciuta all’interno della vita culturale universitaria e cittadina, mantenendo un lavoro creativo costante nel tempo. Negli angusti spazi di via D’Azeglio 45, concessi dalla provincia di Bologna, come ricorda Cristina Valenti, durante la settimana erano tenute le lezioni, sia in sala sia nel foyer, mentre il venerdì si allestivano gli spettacoli, una vera “officina teatrale”.
Le vicissitudini non mancarono quando lo spazio di via D’Azeglio fu dichiarato pericolante, a causa dei problemi di statica dell’edificio, mettendo in strada baracca e burattini nel 1996. Seguirono anni di nomadismo, i quali fortunatamente non danneggiarono l’attività grazie all’ospitalità di diversi teatri cittadini; particolarmente importante fu la collaborazione dell’Arena del Sole che appoggiò La Soffitta insieme ad altri prestigiosi teatri.
Dal 2003 La Soffitta trova finalmente uno spazio stabile nei laboratori DAMS di via Azzo Gardino 65, spazi multifunzionali gestiti dal DAMS dell’Università di Bologna, attualmente sotto la direzione di Giuseppina La Face. In questo luogo si sono intrecciati, negli ultimi anni, attività di ricerca, collaborazioni con il centro CIMES, momenti laboratoriali, e corsi di studio nelle quattro sezioni in cui i programmi della soffitta si articolano: teatro, danza, cinema, musica.
In questi anni La Soffitta ha promosso giovani artisti, realtà marginali ed emergenti, così come ha ospitato autorevoli presenze nazionali e internazionali cercando sempre di coniugare la sensibilità verso il nuovo con la valorizzazione e l’approfondimento della memoria dell’eredità storica.
Il Centro si è affermato come uno dei fulcri teatrali più importanti della Regione Emilia Romagna. Alla domanda “cos’è oggi La Soffitta?” Marco De Marinis risponde: «è un osservatorio critico permanente sui nuovi linguaggi della scena teatrale, musicale e cinematografica; La Soffitta si rivolge all’intera città, a tutti gli spettatori curiosi, inquieti, in cerca di esperienze teatrali che gli altri cartelloni bolognesi difficilmente consentono di fare».

Valentina Arena

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