Chi siamo

Osservazioni, schizzi, resoconti, pensieri imperiodici dalla stagione del centro di promozione teatrale La Soffitta e non solo. Servizi, approfondimenti e recensioni a cura del laboratorio di critica teatrale "Lo sguardo che racconta" condotto da Massimo Marino presso la Laurea Specialistica in Discipline Teatrali dell’Università degli studi di Bologna.


Direttore: Massimo Marino

Caporedattore: Serena Terranova

Redattori: Beatrice Bellini, Lorenzo Donati, Alice Fumagalli, Francesca Giuliani, Maria Cristina Sarò

Web designer: Elisa Cuciniello

Segreteria organizzativa: Valeria Bernini, Tomas Kutinjac

Hanno scritto: Valentina Arena, Stefania Baldizzone, Valeria Bernini, Elena Bruni, Alessandra Consonni, Alessandra Coretti, Elisa Cuciniello, Irene Di Chiaro, Serena Facioni, Antonio Guerrera, Sami Karbik, Tomas Kutinjač, Roberta Larosa, Nicoletta Lupia, Valentina Miceli, Paola Stella Minni, Andrea Nao, Saula Nardinocchi, Vincenzo Picone, Giusy Ripoli, Maria Pina Sestili, Giulia Tonucci

ATTENZIONE

Questo blog è realizzato dal laboratorio in completa autonomia dal Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna.




mercoledì 16 aprile 2008

Sul cubo del Duse

Disco Pigs, fra maschere alla commedia dell’arte, suoni elettronici e fantasie violente da Torino arriva una disco opera

E' atterrato al Duse il Teatro di Dioniso con Disco Pigs. Lo spettacolo, ‘disco opera’ come lo chiama l’autore Valter Malosti, è liberamente ispirato al testo omonimo dello scrittore Enda Walsh. La sua scrittura “pirotecnica”, sfrontata e travolgente, in questo testo maturata al massimo, ha portato al giovane drammaturgo irlandese un enorme successo sui palcoscenici internazionali. Il regista mette in scena Walsh per la seconda volta, dopo Bedbound, eliminando dal testo originale i riferimenti spazio-culturali e adattando soluzioni linguistiche ai termini italiani. Nel lavoro questa volta è accompagnato da Michela Lucenti che ha curato la coreografia dello spettacolo. I due interpretano altresì i protagonisti, adolescenti diciassettenni, emarginati, vittime disperate del mondo delle periferie sentimentali. Due amanti non destinati uno all’altro, con uno spiccato gusto per la trasgressione e per l'eccesso nel parlare e nel fare, perseguitati dal bisogno di smentire la propria solitudine. Su una pedana rialzata al centro del palcoscenico, che evoca la pista da ballo o un tappeto magico ovvero il posto dove tutto è possibile, gli attori raccontano questa storia romantica con un linguaggio rutilante intrecciato con movimenti frammentati ed enfatizzati, che sono anche le caratteristiche della fantasia dei nostri protagonisti. Il paesaggio sonoro, elemento fondamentale dell'opera, è costituito da brani di musica elettronica. Bjork e i Prodigy, Philip Glass e Tiefschwarz e Jeff Mills, con ritmi psicadelici, sintonizzati sui turbamenti dei protagonisti, scandiscono il tempo della sofisticata espressione verbale e fisica, immergendo il bellissimo racconto visionario e onirico in una dimensione epica.

Tomas Kutinjač

Nessun commento: