Disco Pigs, fra maschere alla commedia dell’arte, suoni elettronici e fantasie violente da Torino arriva una disco opera
E' atterrato al Duse il Teatro di Dioniso con Disco Pigs. Lo spettacolo, ‘disco opera’ come lo chiama l’autore Valter Malosti, è liberamente ispirato al testo omonimo dello scrittore Enda Walsh. La sua scrittura “pirotecnica”, sfrontata e travolgente, in questo testo maturata al massimo, ha portato al giovane drammaturgo irlandese un enorme successo sui palcoscenici internazionali. Il regista mette in scena Walsh per la seconda volta, dopo Bedbound, eliminando dal testo originale i riferimenti spazio-culturali e adattando soluzioni linguistiche ai termini italiani. Nel lavoro questa volta è accompagnato da Michela Lucenti che ha curato la coreografia dello spettacolo. I due interpretano altresì i protagonisti, adolescenti diciassettenni, emarginati, vittime disperate del mondo delle periferie sentimentali. Due amanti non destinati uno all’altro, con uno spiccato gusto per la trasgressione e per l'eccesso nel parlare e nel fare, perseguitati dal bisogno di smentire la propria solitudine. Su una pedana rialzata al centro del palcoscenico, che evoca la pista da ballo o un tappeto magico ovvero il posto dove tutto è possibile, gli attori raccontano questa storia romantica con un linguaggio rutilante intrecciato con movimenti frammentati ed enfatizzati, che sono anche le caratteristiche della fantasia dei nostri protagonisti. Il paesaggio sonoro, elemento fondamentale dell'opera, è costituito da brani di musica elettronica. Bjork e i Prodigy, Philip Glass e Tiefschwarz e Jeff Mills, con ritmi psicadelici, sintonizzati sui turbamenti dei protagonisti, scandiscono il tempo della sofisticata espressione verbale e fisica, immergendo il bellissimo racconto visionario e onirico in una dimensione epica.
Tomas Kutinjač
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