CONSTANZA MACRAS
DORKYPARK _ Germania
Un isolamento globale e multietnico: la ricerca del paradiso dietro un muro di mattoni
In scena s’intrecciano vari linguaggi, danza, canto, musica dal vivo e registrata, assordante, dirompente, esplosiva, a tratti disturbante. Cantano in inglese tedesco e brasiliano gli interpreti, i danzatori della compagnia Dorky Park, dimostrando versatilità, creando però un effetto di straniamento sullo spettatore che è costretto a tenere gli occhi sui sottotitoli proiettati in fondo alla scena.
Corpi normali e acrobatici si muovono a ritmi convulsi e cadenzati, assecondando o fuggendo il tempo musicale. Danza seria e riflessiva ma anche comica nelle imitazioni caricaturali del balletto classico; si alternano momenti di coralità, in cui vengo esibiti sorrisi smaglianti e ricchi abiti di scena, e assoli strazianti di corpi nudi.
La paura dell’altro, il vicino di casa o il compagno di vita, “l’immigrato della porta accanto”, aleggia sui personaggi; ogni rapporto sociale, cominciando dal matrimonio, è fatto a pezzi, tema toccato forse una volta di troppo, insieme alla sessualità perversa e repressa, al tradimento, alla pedofilia. Idea socialmente interessante anche se ormai poco originale e decisamente stiracchiata per almeno mezz’ora di troppo. Bravissimi gli interpreti.
Valentina Arena
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